Territorio del Savuto e del Reventino
Foto di copertina: Livadia
DESCRIZIONE:
L’area comprende un territorio contiguo interprovinciale, circoscritto fra la vallata di uno tra i fiumi più importanti della regione, il Savuto, e il massiccio del Reventino, la propaggine meridionale della Sila piccola. Il Savuto è un fiume che nasce in Sila, in località Spineto nel comune di Aprigliano, a 1360 metri s.l.m., ingrossa la sua portata d’acqua grazie ai tanti affluenti che incontra nel suo corso, percorre diversi comuni prima di sfociare nel Mar Tirreno a Campora San Giovanni. Molti sono i siti naturalistici, architettonici e archeologici che insistono nella sua vallata e i ponti che collegano le sue sponde, il più famoso fra questi il cosiddetto “ponte di Annibale”, di epoca romana. Il comprensorio del Reventino, solcato dai fiumi Corace ed Amato, con i suoi meravigliosi boschi sovrasta la piana di Sant’Eufemia. Dai punti più elevati è possibile ammirare incomparabili panorami che si allargano su un vastissimo territorio, con ampie vedute sull’orizzonte marino che, nelle giornate terse, consente di scorgere l’Etna e le Isole Eolie. Tante sono le leggende e le storie legate al Monte Reventino che con i sui 1400 metri d’altezza è definito come il luogo dove dimoravano le fate. Il castagno è specie diffusissima su tutto il corpo montuoso, impiantato in epoca antichissima per i molti usi del suo legno e dei suoi frutti. La coltura del castagno ha praticamente caratterizzato il paesaggio agrario e forestale di queste montagne che risultano ancora oggi ampiamente ricoperte da castagneti da frutto con esemplari spesso plurisecolari e di mole imponente. Tra la folta vegetazione si rinvengono formazioni rocciose grandi e piccole avvolte da miti e leggende che ancora oggi si tramandano: Pietra del Corvo (Conflenti), Petra ’e Fota (Decollatura) utilizzata come palestra per l’arrampicata sportiva, Pietre Pagane così denominate perché sotto queste rupi venivano sepolti i bambini morti prima di essere battezzati (Decollatura), Pietra Pizzuta sulla pendice sud-occidentale di monte Condrò a Serrastretta, Pietra dei Margari sempre a Serrastretta che secondo la leggenda custodisce un favoloso tesoro, che può essere recuperato solo superando difficili prove.
Da visitare:
Gli itinerari percorribili sono tanti e si snodano in due direzioni principali, la prima verso le alture del Reventino ma non lontani dalle coste marine della zona, da queste altezze la vista mozzafiato si perde fino al golfo di Sant’Eufemia; l’altra direzione prosegue lungo il corso del Savuto, congiungendo le aree silane al mar Tirreno, dalle acque dei laghi artificiali, tra cui appunto il Savuto da cui si origina l’omonimo fiume, alle acque marine di Campora San Giovanni. Nell’area del Reventino, il percorso ambientale permette di ammirare le cime del Monte Reventino con i suoi 1418 metri, Monte Mancuso (1328 m s.l.m.) dove possono scorgersi caprioli, daini, lepri, volpi ; Monte Tiriolo e la faggeta di Condrò fino alla già citata rupe di “Petra e Fota” in dialetto locale. Lungo il suo scorrere il Savuto si trasforma nelle incantevoli cascate del Cannavino e della Tavolara, tutt’intorno la vegetazione è quella tipica della fascia presilana.
Il percorso archeologico, nel Reventino, comprende la visita agli imponenti ruderi dell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo, dove venne ordinato monaco Gioacchino da Fiore, a Castagna di Carlopoli, all’Antiquarium di Tiriolo dove si possono ammirare reperti di epoca Neolitica e Protostorica, bretia (il maggiore insediamento di tutta la regione) romana e medievale; al Parco archeologico di Pian delle Vigne a Falerna istituito per proteggere le rovine di un’antica villa romana, utilizzata presumibilmente come scalo commerciale, così testimonierebbero le antiche anfore ritrovate nell’area, recanti il marchio “pece brutia”. Un altro percorso in cui inoltrarsi è senza dubbio quello artistico-architettonico, con gli storici ponti eretti nei vari secoli a sovrastare il corso del Savuto, il più famoso quello detto di Annibale o di Sant’Angelo nel comune di Scigliano, il ponte di Fratte a Marzi. Inoltre, vanta antichi borghi e edifici di grande rilievo che oltre ad avere chiese e palazzi signorili, datati fra il tardo medioevo e il XIX secolo, presentano delle peculiarità come quello di Scigliano sede dell’antica università del Regno di Napoli.
Ricca è anche l’offerta museale, con il Museo del Brigante di Panettieri, con il Museo del Pane di Mangone, con il Museo degli antichi mestieri di Belsito e con il Museo della civiltà contadina di Grimaldi, di Decollatura e di Serrastretta. Nella zona del Reventino ricadono centri importanti come Soveria Mannelli dove è possibile visitare il Lanificio LEO – museo d’impresa – la fabbrica di lana più antica della Calabria la cui fondazione risale al 1873, Serrastretta con la sua chiesa Matrice che raccolse le sculture dell’antica abbazia di Corazzo, Decollatura con le tipiche costruzioni in pietra lavorata “a rapillu” , la caratteristica muratura realizzata incastrando all’interno della malta piccoli pezzi di pietre e cocci di cotto di pochi centimetri di spessore.; Tiriolo dove sono ammirabili pregevoli palazzi nobiliari costruiti o ricostruiti dopo il disastroso sisma del 1783, fra tutti palazzo Alemanni con la sua facciata tardo barocca oltre al castello di epoca normanno ma rifatto dagli angioini e aragonesi; Martirano Lombardo con la cattedrale dal portale settecentesco in pietra e il castello; Gimigliano con Il santuario della Madonna di Porto e le cave di marmo verde. Da segnalare i Riti della settimana Santa a Nocera Terinese che culminano con “i Vattienti” (i flagellanti) nella processione del venerdì e del sabato santo. Un rito antico durante il quale i flagellanti si percuotono con movimenti ritmici le cosce e i polpacci con gli strumenti penitenziali mentre per le vie del paese si svolge la processione con la statua della Madonna dell’Addolorata.
ARTIGIANATO IDENTITARIO:
- produzione di sedie impagliate a Serrastretta,
- lavorazione artistica della pietra verde del Reventino a Conflenti
- produzione di cesti, panieri, canestri con lamine di castagno, canne e salici
- tessitura artigianale di arazzi, tappeti, coperte a Tiriolo. Pezzo forte è lo scialle in lana e seta con ordito in oro: il tradizionale “vancale” elemento indispensabile del costume femminile di un tempo,
- ricami, merletti e guarnizioni a tombolo.